Bianco e Nero
Tutta l’Africa in una foto
1963
Anno XXIII, n. 2 Novembre 2023 - a cura della Redazione
C’era proprio tutta l’Africa riunita sui gradini dell’Africa Hall di Addis Abeba, Etiopia, quel 25 maggio di sessant’anni fa. Tutta l’Africa maschile, s’intende: di donne non ce n’è nemmeno l’ombra.
Erano i 32 capi di Stato dell’Africa indipendente, insieme ad alti funzionari, generali, consiglieri, ministri. Avevano appena preso una decisione storica: la fondazione dell’Organizzazione dell’Unità Africana, OUA in sigla, la prima associazione di tutti gli Stati sovrani del continente. Altri se ne sarebbero aggiunti negli anni, man mano che raggiungevano l’indipendenza, come le colonie portoghesi, o la propria liberazione, come la Rhodesia del sud o il Sudafrica.
Quella decisione era la fine di un sogno e l’inizio di un altro, che anch’esso avrebbe finito per svanire. I leader panafricanisti, guidati dal ghanese Kwameh Nkrumah, avrebbero voluto un’unione ben più significativa, dei veri e propri Stati Uniti dell’Africa. Ma particolarismi e divergenze ideologiche avevano presto avuto il sopravvento e l’OUA era una sorta di compromesso al ribasso: un modo di stare insieme restando ciascuno per conto suo. In 36 anni di vita, fino al 1999, avrebbe però combinato ben poco oltre alle chiacchiere. Qualcuno la definì, beffardo, il “club dei dittatori”. Fu sostituita dall’Unione Africana, che in minor tempo ha saputo mostrare ben maggiore capacità d’azione.
A noi resta il gioco di riconoscere qualche faccia nella folla. Il padrone di casa, il negus etiopico Hailé Selassié, in basso a destra, con la barba. L’algerino Ben Bella e l’egiziano Nasser uno accanto all’altro al centro della foto. Alla loro destra, poco più in là, Bourghiba della Tunisia, con gli occhiali da sole. Nkrumah sopra di lui, in abiti africani. E tante facce che la storia ha dimenticato.