Bianco e Nero
Scacco matto sul Canale
1956
Anno XXI, n. 1 Giugno 2021 - a cura della Redazione
Sessantacinque anni fa, nel luglio 1956, il giovane Nasser, da poco asceso alla presidenza della Repubblica egiziana, nazionalizza unilateralmente il Canale di Suez. L’obiettivo è rivendicare allo Stato il versamento del pedaggio dovuto dalle navi in transito – e incamerato dalla società anglo-francese che amministra il Canale – finanziando in tal modo i lavori per la diga sul Nilo di Assuan. Nasser è una figura particolare: nazionalista, panarabista, nonché scaltro uomo di Stato.
La mossa è considerata inaccettabile da Inghilterra, Francia e Israele. Il 29 ottobre 1956, le truppe israeliane invadono l’Egitto, in base a un accordo segreto con Gran Bretagna e Francia, le quali attaccheranno a loro volta l’Egitto col pretesto del mancato rispetto del cessate-il-fuoco imposto alle due parti. Nasser risponde all’attacco congiunto facendo affondare 40 navi nel Canale, per renderlo inutilizzabile.
Stati Uniti e Unione Sovietica condannano l’invasione di Francia, Inghilterra e Israele; il Medio Oriente arabo taglia per ritorsione i rifornimenti di petrolio ai Paesi europei. Gli aggressori si ritrovano isolati e contrariamente a ogni aspettativa il blitz contro l’Egitto fallisce miseramente, costringendoli dopo qualche giorno a un rapido dietrofront e a cedere il passo all’Onu. Il Canale diventa patrimonio egiziano.
La vicenda di Suez è importante perché costituisce l’avvio di dinamiche geopolitiche alle quali siamo da allora abituati. Il petrolio comincia a venir utilizzato come arma in politica estera; Stati Uniti e Unione Sovietica s’impongono come le due superpotenze mondiali e il ruolo delle potenze europee, che fino a quel momento si illudevano di essere ancora su un piede di parità, si conferma definitivamente ridimensionato. È anche la prima volta che una ex protettorato gioca sulla scacchiera internazionale alla pari con le grandi potenze. Dando scacco matto.
Nella foto: Carri armati israeliani invadono l’Egitto nell’ottobre 1956
Credits: IDF Photo Archives