Bianco e Nero
Giustizia per Thomas Sankara
1987|2022
Anno XXII, n. 1 Giugno 2022 - a cura della Redazione
Il 6 aprile 2022 il Tribunale militare di Ouagadougou ha condannato all’ergastolo tre persone, e a varie pene detentive altre otto, per l’assassinio del presidente del Burkina Faso Thomas Sankara, ucciso in un colpo di Stato nel 1987.
Giustizia è stata così finalmente fatta per uno dei più amati e ricordati leader africani, la cui parabola fu interrotta bruscamente nel sangue quando aveva appena 37 anni.
La sentenza ha dato conferma giudiziaria a quello che tutti, da sempre, sapevano. Il più illustre dei tre condannati a vita è infatti Blaise Compaoré, che di Sankara era il compagno d’arme, il braccio destro e il più vicino amico, e che gli succedette alla guida del Paese. Compaoré, che aveva sempre negato ogni addebito, è stato cacciato a furor di popolo nel 2014 e vive da allora in esilio in Costa d’Avorio, Paese di cui ha anche preso la cittadinanza. È quindi altamente improbabile che debba mai scontare un solo giorno di prigione. Tuttavia il verdetto è stato accolto con gioia e festeggiamenti da molti in Burkina Faso, perché se non altro accredita una versione storica della morte di Sankara e appaga una richiesta di giustizia, come ha dichiarato la vedova di Sankara, Mariam.
Thomas Sankara aveva preso il potere nel 1984 a 34 anni, anch’egli con un colpo di Stato. La sua politica egualitaria di sostegno alla povera gente, di attenzione al mondo contadino e alla condizione femminile e in favore dell’autosufficienza lo aveva reso immensamente popolare, anche se gli aveva creato non pochi nemici, come gli alti funzionari governativi a cui aveva tagliato lo stipendio. Il processo non ha affrontato la questione dei mandanti internazionali del tradimento di Compaoré, che molti additano nella Francia, ex potenza coloniale del Burkina Faso anch’essa bersaglio della politica di Sankara.
Nella foto: Thomas Sankara