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Be Nice!
Anno XXIII, n. 1 Giugno 2023 - di Elena Zaccherini
In Kenya c’è una famosa marca di biscotti venduta in tutti i negozietti, anche quelli delle zone più remote, o degli slum più sgangherati. Si chiama “Nice”, biscotti secchi al cocco cosparsi di granella di zucchero.
I biscotti Nice sono il sogno di tutti i bambini keniani. Un pacchettino ne contiene quattro: poterne stringere uno è un obiettivo che fa brillare gli occhi a più di un bambino degli slum di Riruta, Kawangware e Ngong.
E poter stringere il nostro NICE, anche per noi è stato un obiettivo, perseguito a lungo e con coerenza negli anni. Perché NICE, il nuovo progetto approvato dall’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, mette assieme e valorizza tutto il lavoro fatto dal 2016 in poi, quando – per la prima volta nella storia di Amani – siamo riusciti ad avere un finanziamento dalla Cooperazione italiana.
NICE è un acronimo: in inglese “Need for inclusive children education” (Necessità di una educazione inclusiva per i ragazzi); ma è anche un prezioso pacchetto di quattro organizzazioni che lo rendono solido e concreto: Amani capofila che coordina tutte le attività (dobbiamo esserne orgogliosi!), Koinonia, la nostra sorella gemella a Nairobi; EducAid e Cittadinanza, due organizzazioni di Rimini che conosciamo da tempo e che per la prima volta si sono messe in rete con noi per lavorare assieme (leggete di loro nell’articolo qui a fianco). Ciascuna nella propria area di competenza, ma tutti con Koinonia, per consolidare un approccio prezioso: quello fondato sulle famiglie.
NICE infatti ci da la possibilità di portare avanti il lavoro impostato e promosso dal precedente progetto finanziato dal ministero, che dal 2016 e per tre anni ci ha permesso non solo di accogliere ragazze e ragazzi e promuoverne il reinserimento nelle famiglie, nella società e nella scuola; ma ci ha fornito anche l’opportunità di impostare una riflessione più ampia su come agire e con quale approccio, nell’interesse ultimo delle ragazze e dei ragazzi cui le nostre organizzazioni si pongono l’obiettivo di restituire una vita dignitosa e legittime gioie, ambizioni e desideri.
Questo approccio – valutato come il più adatto anche e soprattutto dallo staff e dal management di Koinonia – è quello che dà centralità al lavoro con le famiglie, con la comunità e con la scuola. Perché se un ragazzo costantemente ricade sulla strada, è perché è quella la rete piena di strappi e problemi, non lui a essere sbagliato od inadatto.
Per questo NICE aderisce pienamente all’“approccio basato sulla famiglia” portato avanti dal Governo keniano e dalle organizzazioni internazionali in tutto il mondo. Sono più di 250 le famiglie con le quali Koinonia lavora da qualche anno a questa parte, proprio perché ha senso cercare di migliorarne le condizioni affinché per i ragazzi sia più semplice restarvi; e perché la strada non sia la prospettiva anche degli altri fratelli e sorelle che vivono nei nuclei a rischio.
Si tratta spesso di nuclei mono-parentali (ragazze o donne sole), con genitori a loro volta entrati e usciti dalla strada; nonne anziane che cercano di seguire nipoti abbandonati; adulti tossicodipendenti, o alcolizzati, o solo in grave difficoltà economica; donne allontanate dai mariti. Persone che Koinonia segue da vicino per accompagnarle in un recupero di fiducia e dignità, con percorsi di genitorialità consapevole e indipendenza economica. Con NICE potremo farlo anche grazie a sostegni economici diretti, vincolati al fatto che il bambino recuperato dalla strada frequenti la scuola.
Le famiglie, infatti, firmano un vero e proprio patto, fatto di impegni. Patto che nasce dal percorso di accompagnamento i cui obiettivi sono definiti assieme, in dialogo con gli operatori di Koinonia, di modo che sia un percorso condiviso. Insieme si definiscono il piano di lavoro e gli strumenti che NICE potrà garantire a ciascuno, affinché ciascuno riesca a portarlo avanti e si senta sostenuto nelle difficoltà.
Anche la scuola è un elemento importante del progetto NICE, centrale come la famiglia. È la società che deve rendersi capace di tenere forte la mano di questi ragazzi perché non cadano fuori, in strada; e la scuola in questo deve essere in prima linea. Per questo NICE si rifà direttamente ai principi della “Partnership globale per l’educazione”, e grazie a EducAid lavorerà in una serie di scuole delle aree dalle quali provengono i ragazzi, affinché queste diventino veramente inclusive, e sappiano accoglierli e trattenerli con approcci, metodologie, programmi e contenuti che mirano all’inclusione scolastica anche dei ragazzi più gravemente vulnerabili. Perché se la scuola non è per tutti, non insegna nulla.
Le vulnerabilità che affronta NICE non sono però solo quelle della strada. Si lavorerà nelle scuole non solo per renderle più inclusive per i ragazzi che orbitano nelle strade di Nairobi; ma anche più adatte e accoglienti per i ragazzi disabili degli slum, spesso oggetto di forte stigma, e difficili da accettare anche per le famiglie che non hanno strumenti per comprenderli e accompagnarli. Grazie a NICE, Cittadinanza assicurerà a circa 500 bambini con disabilità il diritto all’istruzione, potenziando l’accesso ai servizi riabilitativi e incoraggiando le famiglie a uscire dall’isolamento.
E allora, è impossibile non concludere con un impegno, un’esortazione: “Be nice!”. Che è oramai diventato il nostro nuovo luminoso ed entusiastico slogan.
Elena Zaccherini, esperta in progetti di sviluppo, collabora con Amani dal 2016.